Cinque LIBRI D’ARTISTA – The anthropometry’s book
… “Come il processo di spersonalizzazione anche quello di digitalizzazione comporta una perdita, una privazione di informazioni, di alcune caratteristiche in favore di una semplicità di rappresentazione. Ogni sistema informatico è progettato per agevolare l’organizzazione e l’accesso ai dati in esso immessi, ma cosa succede quando si presentano quegli stessi dati nella realtà del loro formato digitale? Lunardi svela il meccanismo subdolo di alienazione e distacco innescato dalla lettura delle matrici informatiche qual’ora se ne tenti una comprensione, senza sapere che forse quella struttura di zero e uno rappresenta in realtà un individuo. Un percorso verso la scoperta di alcune identità umane, reali, nascoste nelle trame della loro matrice numerica, attraverso opere con cui Lunardi esplora le possibilità narrative ed espressive dell’immagine elettronica, fotografica, e del libro d’artista, nelle cui pagine intesse un nuovo dialogo con l’immateriale digitale mettendo sul bianco cartaceo il nero dei bit che costituiscono il codice binario di poemi di vite digitalizzate da un sistema informatico che ne cataloga l’esistenza. ” …
I libri d’artista contengono un’immagine della persona deportata, il titolo è rappresentato dalla matricola assegnata all’ingresso del campo e nella pagina finale troviamo un numero impresso con un timbro ad inchiostro che riporta la collocazione della cartella rintracciabile in uno schedario fisico collocato nell’installazione in galleria e in uno schedario digitale on line ( http://www.anthropometry.it/ sotto la sezione Schedario scorrendo il menu a tendina).
Il processo di realizzazione dei libri parte dal supporto analogico:
- L’immagine formato tessera della persona viene scannerizzata e quindi trasformata in digitale quindi leggibile dai computer
- Il formato digitale della foto è interpretata dal computer che ce la restituisce integra e perfetta copia di quella analogica ma in realtà è una combinazione di 0 e 1 cioè linguaggio binario
- con un opportuno comando linux si può passare dalla visione digitale come la conosciamo noi a quella totalmente binaria
- una volta ottenuto il file contenente la sequenza binaria si può stampare il tutto ottenendo sulla base delle dimensioni iniziali della fotografia analogica un numero di pagine di codice binario superiori a 20
- nella fase finale si impagina il libro con la sua copertina, la sua foto descritta da venti e più pagine di codice binario e la classificazione finale d’archivio per risalire alla scheda dove si potrà conoscere la storia della persona a cui il libro è dedicato ma soprattutto vederla